Il primo, Steve Post, era un conduttore radiofonico e decise di organizzare a New York quello che ribattezzò un “fat-in” nel mezzo di Central Park.
Scopo del sit-in era, infatti, quello di protestare contro la discriminazione delle persone sovrappeso.
Il secondo, Lew Louderback, scrisse un articolo dal provocatorio titolo “Più persone dovrebbero essere grasse!”, stanco di vedere discriminata la moglie a causa della sua taglia.
L’articolo utilizzava per la prima volta parole come fat-shaming e body-shaming (rispettivamente discriminare una persona a causa del suo peso o, più in generale, del suo corpo) e si proponeva anche l’obiettivo di correggere la falsa credenza secondo la quale non essere magri significa automaticamente essere grassi.
Che dire? Un uomo da sposare!