Il principe di Galles è donna? Il principe di Galles è da sempre considerato sinonimo di eleganza maschile come il tweed. Entrambi sono due modi di lavorare la lana riconoscibili dal tipico disegno cui danno vita e che da loro prende il nome, anche quando riproposto su altri tessuti.
La moda, si sa, è trasformazione, così questo pattern, in origine utilizzato per giacche ed abiti eleganti da uomo, con il passare dei decenni ha cominciato ad essere impiegato anche per l’abbigliamento femminile.
Passerelle, festival musicali e di cinema, première di film, incontri istituzionali…le occasioni recenti in cui abbiamo visto sfoggiare questa fantasia da donne in vista di vari ambiti non si contano.
Ma quali caratteristiche deve avere un pattern per essere definito principe di Galles?
Questa fantasia può essere considerata un sinonimo di tartan?
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Caratteristiche del principe di Galles
Il principe di Galles è un particolare disegno dei tessuti in lana (ma non solo) caratterizzato dall’incrocio di quadri grandi e piccoli. I colori più frequenti sono nero, grigio e bianco, o altri colori tenui, con due strisce scure e due chiare alternate a quattro scure e quattro chiare, le quali insieme creano un pattern a riquadri incrociati di diverse dimensioni.
A differenziarlo dal tartan, anch’esso caratterizzato dall’incrocio di linee verticali e orizzontali, sono principalmente i colori, decisamente più vivaci in quest’ultimo.

La storia del principe di Galles
Non è solo a causa della somiglianza – che porta molti a confondere le due fantasie – che abbiamo citato il tartan.
La storia del principe di Galles, infatti, si incrocia (tanto per rimanere in tema di tessuti) a quella del celebre pattern scozzese.
Le origini di questa fantasia, infatti, si fanno di solito risalire al XIX secolo, quando un gruppo di possidenti inglesi si trasferì nella vicina Scozia.
Non potendo, però, indossare i disegni dei clan locali (ogni famiglia di spicco delle Highlands ne aveva uno diverso) i nuovi residenti ne idearono uno proprio per giacche e pantaloni (al posto del tradizionale kilt indossato in quelle regioni).


Il tessuto, però (e il relativo disegno), divenne celebre solo in seguito, grazie ad Albert Edward (1841-1910), figlio della Regina Vittoria, che mantenne il titolo di Principe di Galles a lungo, prima di diventare re con il nome di Edoardo VII.
Il Principe, infatti, che era famoso per il suo gusto in fatto di abbigliamento e di donne, amava indossare abiti di diverse fogge e fantasie, ma con una predilizione per i pattern a quadri e per il tweed (quest’ultimo, invece, caratterizzato dal classico filato zig-zagato).
Il tessuto fu, poi, utilizzatissimo anche dal nipote Edoardo VIII (1894-1972), sulle cronache mondane come e forse più del nonno, a causa del matrimonio con la borghese (e divorziata) Wallis Simpson, che gli costò l’abdicazione.
Anche Wallis, per altro, era attentissima alle questioni di stile e amante dei tessuti quadrettati, come possiamo vedere nelle foto.


Durante la seconda metà del Novecento e negli anni Duemila il principe di Galles è stato indossato spesso sui red carpet da diverse star del cinema (vedi Sean Connery e, più recentemente, Eddie Redmayne), che hanno contribuito a renderlo sempre più popolare.
E per quanto riguarda le donne, come è stato re-interpretato questo must-have della moda maschile di stampo british?
Il principe di Galles nella moda femminile
A sdoganare giacche di foggia maschile in tweed o principe di Galles nel guardaroba femminile della working class ci pensano le teddy girls, le ragazze dei teddy boys.
Lo stile teddy, di ispirazione edoardiana, ma volutamente androgino, si sviluppa in Inghilterra negli anni ’50, ad opera di alcune controculture giovanili.

A far entrare ufficialmente il principe di Galles nel guardaroba delle ragazze, anche quelle più mainstream, è, però, Twiggy negli anni ’60, modella simbolo della Swingin’ London.

Dagli anni ’60 in poi il principe di Galles è stato utilizzato e re-interpretato in diversi modi da donne del mondo dello spettacolo, ma non solo. Negli ultimi anni, poi, il tessuto, e soprattutto il disegno, sta conoscendo una rinnovata popolarità.
Prendiamo, ad esempio, il completo maschile indossato dalla bellissima Blake Lively o il cappotto della ex First Lady statunitense Melania Trump.


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